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Le otto produzioni più impegnative della storia del cinema.

In questa edizione del festival di Andaras vogliamo condurvi oltre i confini del nostro universo, invitandovi ad esplorare lo spazio senza limiti che ci circonda. Sapete cosa può essere altrettanto estesa? Una produzione cinematografica!

Ebbene si, se pensate che il mondo dietro il grande schermo sia fatto esclusivamente di stelle del cinema e registi soddisfatti vi sbagliate di grosso. Nell'universo del cinema

ogni pellicola è un'impresa epica, ogni regista un eroe che la deve affrontare e ogni set una terra incognita.


Tra storie di sfide titaniche, catastrofi naturali e budget che sfidano la logica ci apprestiamo ad esplorare le otto produzioni cinematografiche più impegnative e mastodontiche della storia del cinema:



1. FITZCARRALDO

"Vivo o muoio con questo progetto", con queste parole il regista Werner Herzog esprime il suo impegno nel voler portare sullo schermo un'opera che fino a quel momento sembrava irrealizzabile. Il dietro le quinte di questo film è tanto affascinante quanto il risultato finale.


Le riprese ebbero inizio in Perù nel 1979 e i problemi non si fecero attendere. Minacce da parte di tribù locali costrinsero a una pausa di due anni nelle riprese. Herzog non si arrende e nel 1981 riprende il lavoro con rinnovato slancio ma a sua insaputa l'ostacolo più grande doveva ancora arrivare. Dopo aver completato il 40% delle riprese, l'attore Jason Robards si ammalò gravemente, costringendo Herzog a prendere una decisione difficile: scartare il girato e sostituire Robards con l'attore tedesco Klaus Kinski. La famosa scena della nave che viene trainata sopra una montagna è emblematica dell'approccio di Herzog alla realizzazione del film, poiché anziché ricorrere a effetti speciali optò per l'uso di una vera nave, una delle tre costruite appositamente. Il tutto si trasformò in un momento di pura magia cinematografica, reso ancor più autentico dal fatto che la nave venne veramente trainata sulla cima del monte, sfidando i limiti imposti dai costruttori stessi del meccanismo di traino. Un incidente durante la salita della nave portò alla sua improvvisa caduta verso il fiume. Per nostra fortuna durante l’incidente la macchina da presa era accesa a riprendere, regalandoci così una scena immersiva e affascinante, il tutto a discapito del cameraman che subì gravi ferite alla mano, e fu costretto a un intervento rapido sul campo senza alcun anestetico a disposizione. E non finì qui. Anche il personale locale coinvolto nella produzione visse momenti di estrema pericolosità. Un operatore incaricato del disboscamento per le riprese fu morso da un serpente velenoso, costringendolo all’estrema decisione di amputarsi il piede con una motosega utilizzata sul set.


In soli due anni di lavorazione, "Fitzcarraldo" raccolse una serie di rischi ed eventi pericolosi che potrebbero far arrossire anche i più audaci film d'avventura.

 






2. IL PADRINO

Nel 1969 la Paramount acquisisce i diritti del romanzo best-seller "The Godfather", offrendo all’autore Mario Puzo 80.000 dollari per farne un adattamento cinematografico. La produzione del film viene affidata ad Albert S. Ruddy e dopo una serie di proposte, tra cui spiccano anche i nomi di Sergio Leone e Sam Peckinpah, viene scelto come regista e co-sceneggiatore Francis Ford Coppola. Da quel momento, la strada per la realizzazione dell'opera fu tutt'altro che spianata.


Il regista si scontra subito con la produzione a causa delle sue richieste dispendiose e delle pretese riguardanti la scelta del cast. Anche Al Pacino, all'epoca ancora un attore poco famoso, rischia il licenziamento a riprese iniziate e riesce a convincere definitivamente la produzione solo durante la scena dell’omicidio nel ristorante. Inoltre, Coppola vuole spostare le riprese a New York invece di optare per la più economica Saint Louis scelta dai produttori, e pretende che le scene ambientate in Sicilia siano girate realmente in Italia, portando il budget prestabilito di 2,5 milioni a un totale di 6 milioni. I problemi legati alla realizzazione non sono solo interni. Uno dei principali oppositori è il cantante italo-americano Frank Sinatra, il quale, per la paura che il personaggio del film "Johnny Fontaine" venisse ricondotto a lui, tenta di fare pressioni per far sì che la produzione venga cancellata. Il boss mafioso e capo dei diritti civili per la Lega degli Italo-Americani, Joseph Colombo, cerca di boicottare la realizzazione del film, accusandolo di diffamare gli italo-americani. Albert S. Ruddy riuscì a ottenere un incontro privato con Colombo e, insieme, raggiungono l'accordo che la parola "mafia" non sarebbe comparsa nel copione e nemmeno pronunciata durante il film.


Da quel momento in poi, la Lega collabora alla lavorazione dell'opera e alcuni veri mafiosi partecipano alle riprese, come Lenny Fontana, che interpreta la celebre figura dell'assassino Luca Brasi.

 






3. AVATAR

Il visionario regista James Cameron ha introdotto al San Diego Comic-Con International nel luglio 2009 alcune anticipazioni di "Avatar", il suo ambizioso progetto cinematografico che ha richiesto un lungo e complesso processo di sviluppo.


L'idea di "Avatar" è nata nella mente di Cameron nel lontano 1996, quando il regista ha iniziato a scrivere le prime bozze di sceneggiatura. Tuttavia, il progetto è stato accantonato temporaneamente per permettere al regista di concentrarsi sul film "Titanic". Inspirato dalla saga letteraria di John Carter di Marte, Cameron ha immaginato un mondo alieno popolato da creature straordinarie e ha pianificato di sfruttare le nuove tecnologie digitali per renderlo realtà. Durante gli anni seguenti, i lavori su "Avatar" vanno avanti con dei test sulla grafica computerizzata e le tecniche di ripresa in 3D. Il regista ha

atteso che la tecnologia raggiungesse un livello sufficientemente avanzato per realizzare la sua visione senza superare il budget previsto.


Nel 2006 viene avviata la fase di pre-produzione di "Avatar", Cameron ha collaborato con esperti linguisti per creare la lingua artificiale dei Na'vi, gli abitanti del pianeta Pandora, e

ha pianificato di girare il film interamente in 3D utilizzando un innovativo sistema di ripresa da lui stesso progettato. Le riprese del film sono iniziate nel 2007 e si sono svolte in Nuova Zelanda, dove è stato creato un set innovativo chiamato il "Volume". Qui, gli attori hanno interagito con scenari virtuali, indossando tute e caschi speciali per catturare i loro movimenti. Dopo anni di lavoro e anticipazioni, "Avatar" è stato finalmente portato sul grande schermo nel 2009, diventando un fenomeno cinematografico globale e stabilendo nuovi standard nell'industria del cinema.







4. BOYHOOD

Ci sono attori iconici che hanno seguito lo sviluppo di un'intera saga cinematografica lungo il corso deglianni. E se vi dicessimo che c'è un film che ha seguito la crescita degli attori per 12 anni della loro vita?


Questo è il caso di "Boyhood", un'audace opera sperimentale del regista Richard Linklater. L'idea del regista era quella di raccontare la storia di una relazione genitore-figlio, interpretati da Ethan Hawke e Ellar Coltrane, nel corso degli anni, seguendo il percorso di un ragazzo dalla prima elementare fino all'università.

La produzione si è estesa dal 2002 al 2013, con il cast e la troupe riuniti una o due volte all'anno per brevi periodi di riprese. Il budget stimato ammontava a 200.000 dollari all'anno, per un totale di 2,4 milioni di dollari durante il periodo di produzione. I contratti degli attori non poterono essere firmati a causa della legge De Havilland, che limita il lavoro continuativo a sette anni. Linklater arrivò persino a rassicurare Ethan Hawke dicendo che avrebbe completato il film in caso della sua morte. "Boyhood" ha iniziato le riprese senza una sceneggiatura tradizionale, Linklater aveva esclusivamente delineato i punti principali della trama e il finale, ma scriveva la sceneggiatura per le riprese dell'anno successivo basandosi sui cambiamenti e le esperienze vissute dagli attori nell'anno precedente. Nonostante i rischi finanziari e logistici, il regista ha goduto di una notevole libertà creativa, mantenendo il controllo sulla produzione senza dover mostrare il lavoro in corso agli investitori. La sua visione audace ha dato vita a un film unico nel suo genere, una fotografia time-lapse di un essere umano che cresce e si trasforma nel corso di dodici anni. La costumista Kari Perkins ha dovuto garantire la coerenza nei costumi, rivedendo le riprese ogni anno per evitare ripetizioni accidentali e creare un flusso uniforme. Linklater ha insistito nel girare il film su pellicola da 35 mm per garantire un aspetto coerente, sottolineando la stabilità e l'unità che questo formato offriva, rispetto ai formati digitali che possono variare nel tempo.


Il film ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 2014, ricevendo il plauso della critica e ottenendo un incredibile successo di pubblico, guadagnando più di 50 milioni di euro a fronte del suo modesto budget.







5. L’UOMO CHE UCCISE DON CHISCIOTTE

Immaginate di partire per un viaggio verso Giove, con i suoi 8 anni luce di distanza, prendervi un anno sabbatico e poi tornare sulla terra . Se la vostra astronave fosse salpata nel 2000 al vostro ritorno Gilliam sarebbe ancora alle prese con la realizzazione del film ”L’uomo che uccise Don Chisciotte”, il cui processo produttivo si è protratto per ben 20 anni.


La pre-produzione ha inizio nel 1998, ma solo nel 2000 Gilliam ottiene finalmente il via libera per iniziare le riprese a Madrid, con Jean Rochefort e Johnny Depp come attori principali. Tutto sembra procedere per il verso giusto, ma un violento nubifragio danneggia la pellicola e la salute di Rochefort peggiora improvvisamente, costringendo la troupe a

interrompere le riprese. Gilliam non si scoraggia e decide di continuare a girare le scene in cui è presente solo Depp. Tuttavia, al loro ritorno sul set, si accorgono che il nubifragio ha trasformato l'ambiente desertico caratteristico del luogo in un pantano inutilizzabile e come se non bastasse, Rochefort conferma l'impossibilità del suo ritorno sul set, un duro colpo per il regista che aveva scelto con cura l'attore, considerando anche i 7 mesi impiegati per l'apprendimento della lingua inglese. Di conseguenza, la produzione viene cancellata.


Nonostante alcune voci vedessero il film riprendere vita nel 2002 e le promesse del produttore Jeremy Thomas nel 2005, è solo nel 2009 che inizia nuovamente la pre- produzione dell'opera, con l'inizio delle riprese previsto per il 2010. Questa volta la trama è rinnovata e Robert Duvall è scelto per il ruolo di Don Chisciotte, con Evan McGregor come suo compagno. Purtroppo, nel 2010, Gilliam conferma che la produzione è collassata per mancanza di fondi un mese prima dell'inizio delle riprese, ma assicura che il progetto non è morto e che la ricerca di finanziamenti è appena iniziata.


Finalmente, il 27 febbraio 2017, Gilliam riesce a iniziare le riprese, con Jonathan Price e Adam Driver come attori principali, riuscendo a completarle con successo il 4 giugno dello stesso anno.







6. JODOROWSKY’S DUNE

Immaginatevi un film ambientato nello spazio, interpretato da Salvador Dalì e ritmato dalle musiche dei Pink Floyd. Non si tratta di una semplice fantasia, ma di quello che sarebbe stato il film "Dune" diretto da Alejandro Jodorowsky.


Nel dicembre del 1974, un consorzio francese, guidato da Jean-Paul Gibon, acquisì i diritti cinematografici dell'epico romanzo sci-fi del 1965 scritto da Frank Herbert e incaricò il regista cileno Alejandro Jodorowsky di dirigerne una versione cinematografica. Jodorowsky aveva in mente un cast straordinario, infatti oltre a Dalì nei panni dell'imperatore Shaddam IV, Orson Welles era stato scelto per il ruolo del barone Vladimir Harkonnen, anche se accettò solo quando gli venne promesso che il suo chef personale sarebbe stato presente durante le riprese. Brontis Jodorowsky, figlio del regista, avrebbe invece interpretato il protagonista, Paul Atreides, mentre la colonna sonora sarebbe stata composta da niente meno che i Pink Floyd e Magma. Il regista riunì un team eccezionale di talenti per la pre-produzione a Parigi, tra cui Chris Foss, Jean Giraud e HR Giger. Tuttavia, quando Frank Herbert visitò l'Europa nel 1976, scoprì che gran parte del budget di 9,5 milioni di dollari era già stato speso in una sceneggiatura che avrebbe portato a un film di 14 ore. Nonostante le libertà creative del regista con il materiale originale, Herbert mantenne un rapporto amichevole con lui, tuttavia la produzione fallì quando nessuno studio cinematografico fu disposto a finanziare il film secondo i termini di Jodorowsky. I diritti furono poi venduti a Dino De Laurentiis, che affidò la regia a David Lynch, portando alla realizzazione del film "Dune" nel 1984.


Sebbene il documentario "Jodorowsky's Dune" non contenga filmati dell'opera originale, rivela come il progetto abbia influenzato altri film di fantascienza come "Star Wars", "Terminator", "Flash Gordon" e "I predatori dell'arca perduta", in particolare, la squadra di talento riunita da Jodorowsky continuò a collaborare al film "Alien" del 1979.







7. APOCALYPSE NOW

A questo punto potremmo dire che i problemi in fase di lavorazione siano una costante nei film di Francis Ford Coppola. Se il padrino aveva la mafia contro, "Apocalypse Now" non è da meno con i suoi impedimenti naturali e burocratici.


L'opera ha attraversato un lungo e complesso processo di produzione prima di arrivare sul grande schermo nel 1979. Lo stesso Orson Welles tentò di realizzare l’opera per poi accantonare il progetto a causa della sua complessità. Nel 1967 durante il suo lavoro come assistente di Coppola, John Milius, incoraggiato dagli amici George Lucas e Steven Spielberg, ebbe l'idea di un soggetto basato sul romanzo "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad. Il progetto ha subito diverse fasi di sviluppo e scrittura fino all’acquisto della sceneggiatura da parte della Warner Bros.-Seven Arts nel 1969. Dopo anni di continui lavori e miglioramenti, Coppola ha acquisito i diritti e ha iniziato la produzione.


Le riprese sono state effettuate nelle Filippine, con un budget iniziale di circa 14 milioni di dollari, tuttavia il processo di produzione è stato turbolento a causa di vari problemi, tra cui tifoni, polemiche sul casting e problemi finanziari. Il cast del film includeva attori del calibro di Marlon Brando, Martin Sheen, e Robert Duvall, ma il processo di selezione è stato lungo e complesso, con molte star di Hollywood che hanno declinato ruoli chiave. Nel mezzo della realizzazione, si sono verificati incidenti e controversie, inclusa la morte di un bufalo indiano durante le riprese di un rito festivo della tribù locale o l'acquisto di veri cadaveri umani come oggetti di scena. Anche gli attori diedero i loro problemi, in particolare Marlon Brando, che arrivò sul set ingrassato di svariati chili e non volle effettuare scene in piena luce, fu per questo che il direttore alla fotografia, Vittorio Storaro, improvvisò una illuminazione in chiaro scuro per nascondere l'attore.

La post-produzione è stata altrettanto complicata, con problemi finanziari che hanno portato al raddoppio del budget e alla necessità di ulteriori finanziamenti.


Dopo molteplici ritardi e anticipazioni, "Apocalypse Now"è stato finalmente proiettato al Festival di Cannes nel 1979, dove ha vinto la Palma d'Oro come miglior film.







8. THE TREE OF LIFE – Q

Il regista Terrence Malick ha portato alla luce uno dei suoi lavori più ambiziosi dopo un lungo e misterioso periodo di pausa dal mondo del cinema. Dopo il successo di "I giorni del cielo", Malick si è trovato al centro di un'offerta allettante per il suo prossimo progetto. Il risultato? Un viaggio cinematografico epico intitolato "The Tree of Life". Tuttavia, il percorso verso la realizzazione di questo film non è stato privo di ostacoli.


Malick iniziò lo sviluppo di un progetto per la Paramount, noto come "Q", che esplorava le origini della vita sulla Terra. Questa visione cosmica avrebbe dovuto abbracciare la formazione della Terra e l'inizio della vita, con tocchi narrativi che spaziavano dalla prima guerra mondiale in Medio Oriente a visioni oniriche di un minotauro sottomarino che sognava l'evoluzione dell'universo, ma proprio quando il progetto sembrava decollare Malick si trasferì improvvisamente a Parigi, scomparendo dalla vista pubblica per anni. La sua mente creativa non si fermò mai, infatti durante questo periodo di pausa, Malick continuò a lavorare come sceneggiatore su vari progetti incompiuti, con lo scheletro del progetto "Q" che alla fine divenne la base per "The Tree of Life".

Quando finalmente il film fu annunciato nel 2005, si prevedeva che sarebbe stato girato

parzialmente in India, con nomi come Colin Farrell e Mel Gibson in considerazione per ruoli chiave. Nel 2008, la produzione subì un duro colpo quando l'attore Heath Ledger, originariamente scelto per un ruolo importante, dovette rinunciare a causa di problemi di salute che alla fine portarono alla sua prematura scomparsa.

Il casting per i ruoli dei tre fratelli protagonisti fu un'impresa titanica, coinvolgendo oltre 10.000 studenti texani, molti dei quali senza alcuna esperienza di recitazione. Nonostante le sfide incontrate durante la produzione, Malick mantenne la sua visione intatta. Il film subì numerosi tagli e modifiche durante il processo di post-produzione, con intere linee narrative scartate per perfezionare l'opera finale.


Così, dopo più di 25 anni di attesa e speculazioni, nel 2011 "The Tree of Life" è emerso come un'epopea cinematografica senza precedenti.





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