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Fino alle stelle. Ecco chi ha vinto la sesta edizione dell’Andaras Traveling Film Festival.


Si è chiusa sabato 20 luglio la sesta edizione dell’Andaras Traveling Film Festival,

dal titolo “per Andaras ad Astra”, dedicata al cinema di viaggio e alla fantascienza.

Con un tema audace e visionario, il festival ha celebrato il cinema come mezzo di esplorazione e scoperta, portando al pubblico opere di grande valore artistico e narrativo.  



Valentina Lodovini giurata d'eccezione


“È stata un’edizione incredibile sotto ogni punto di vista. Dalla qualità e originalità delle opere in gara, al pubblico numeroso che ci ha seguiti per una settimana intera lungo questo viaggio, all’umanità e bellezza dei tanti e delle tante ospiti e giurate che hanno animato i talk, i concerti e tutti gli eventi collaterali del festival. 

“Per Andaras ad Astra” è stata un’edizione che ha visto tantissime giovani registe donne, provenienti da tutto il mondo, essere premiate dalle nostre giurie, e questo mi fa pensare che piano piano stiamo mettendo il piede dentro un nuovo universo.” Ha commentato così il direttore artistico Joe Juanne Piras.


Otto le opere premiate e tanti i premi speciali consegnati dalle tre giurie durante la cerimonia di chiusura.


L'ideatore dell'Andaras Traveling Film Festival, Marco Corrias, sottolinea il ruolo culturale del festival come volano per l'economia e come strumento efficace per contrastare il rischio di spopolamento dei borghi, mentre Maria Paola Piasanu, presidente dell’Associazione Andaras, mette in luce la grandissima partecipazione di pubblico, soprattutto giovani, che hanno popolato le serate del festival.


La magia delle proiezione all'Andaras Film Festival

Tre le giurie che si sono occupate di decretare i migliori, tra i 50 finalisti della sesta edizione.

 

Giuria Speciale “Andaras”: Carolina CrescentiniMonica NappoAdo Hasanović

Giuria Speciale “Ad Astra”: RancoreLuna GualanoMaurizio Temporin

Giuria Classica: Selene CaramazzaFlavio NataliaFrancesca Maria Scanu


best Andaras Noas - New Paths 2024

“Things unheard of”  by Ramazan Kılıç

La peculiarità di questo lavoro non è solo nella trama che ci fa capire la potenza della fantasia umana, e quindi del cinema, ma anche del cuore.

In un posto in cui la repressione vieta ormai quasi tutto, si parla di una cultura, ma ne vengono in mente purtroppo tantissime altre, la fantasia e il sopravvivere diventano anche potente collante umano, quindi civile. Per la regia semplice ma esperta, decisa e delicata.


best Gazes from the World 2024

“Sermersuaq, the great ice”  by Patrizia Bruno 

Per averci portato in viaggio tra cacciatori e ricercatori in un mondo altro come quello dell’Artico. Per la potenza cinematografica delle immagini e l’incisività del racconto. Per averci ricordato la circolarità della natura e il forte senso di comunità necessario nella convivenza con questa. Perché le nostre azioni hanno delle conseguenze e come dice uno dei protagonisti “what happens to one happens to everyone”.


best Ad Astra 2024

“Big Love” by Cristiano Gazzarrini 

È un’opera che travolge emotivamente lo spettatore e lo lascia con il fiato sospeso dall’inizio alla fine della narrazione. Per l’originalità dei linguaggi che utilizza, l’immaginario immersivo nel quale si viene trasportati, l’eccellente regia e la qualità tecnica.


best Strange World 2024

“Until we die” by Myriam Verreault, Brigitte Poupart 

Si può raccontare qualcosa raccontando altro? Scambiare i linguaggi, confondere i ricordi con sogni o incubi del futuro? Raccontare un assenza con una presenza? A nostro parere qualcuno c'è riuscito, con un enorme sforzo congiunto di competenze, creando un mondo altro che sta sospeso tra tutto questo, un viaggio molto concreto nell'inconscio che parla di violenze e solitudini con la delicatezza della danza, dove la bellezza è consolazione.


best Narrative Short 2024

“The Skates” by Halima Ouardiri

Tutto parte da una lezione di pattinaggio, al centro una bambina ed un forte dissidio familiare. Un film che gioca sulla manipolazione emotiva dove la protagonista diventa oggetto di contesa tra i due genitori. Ne viene fuori un film tagliente e conclusivo, un’opera matura e ben strutturata.


best Docu Short 2024

“Deserto Bianco” by Marta Massa 

Per aver raccontato una storia utilizzando una chiave stilistica che alterna linguaggi diversi nel ritrarre con efficacia, e dolore, una realtà in cui la sconfitta è visibile sulla terra e sui volti delle persone, nelle foto del passato e nell’immobilità dei visi e dei paesaggi di oggi.

Per aver portato sul grande schermo una storia poco nota oltre i confini regionali, fatta delle ferite che restano dopo il sogno infranto di un’industrializzazione forzata, nello specifico, nella zona di Sant’Antioco.


best Another Day 2024

“Making Babies” by Éric K. Boulianne 

Per la capacità di tratteggiare con ironia e, al tempo stesso, grande empatia, la frustrazione di una coppia che, nel non riuscire ad avere un figlio, finisce per perdere di vista il proprio legame. Per l’importante prova di due attori straordinari.


best Animation 2024

“Zoo” by Tariq Rimawi 

Con un'animazione essenziale e ricca di significato, in un bianco e nero senza sfumature, il film pone al centro la purezza dell'infanzia e della natura in una terribile allegoria - purtroppo molto attuale ai giorni nostri - della guerra e dell'assedio di un popolo.


Vincitori Andaras Film Festival


Special Jury Prize 2024

“Titanic, versione adattata alle famiglie iraniane”

by Farnoosh Samadi

Per la capacità di raccontare la distanza tra la gente comune di quel grande Paese e la sua classe dirigente, chiamata a confinare la popolazione in un mondo fatto di divieti e censure. Per essere riuscita a mettere in scena un’opera matura che parte da un’intuizione geniale: una camera fissa e un dialogo tra alcuni dirigenti televisivi incaricati di mettere in onda una versione di Titanic “adatta al pubblico iraniano”.


Special Andaras Award

“Home”by Valerio Armati, Nina Baratta 

Per la sua straordinaria capacità di documentare una realtà complessa e spesso ignorata attraverso una narrazione sensibile e coinvolgente. Un figlio e una madre nel ruolo di registi, uniti da una grande sensibilità, riescono a raccontare le difficoltà e le sfide della vita in occupazione senza cadere nella retorica, ma offrendo uno sguardo diretto e autentico.


Quattro le menzioni speciali assegnate dalla giuria. Una va a a Valentina Bellè

per il ruolo di Miranda in “Miranda’s mind” , una a Marie-Magdalena Kochová per la regia di “3MWh” . a Maddalena Crespi vince la menzione speciale per la regia di “Miranda’s mind” , e Isabella Margara quella per la regia di “Nothing Holier Than A Dolphin” .

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